Dopo aver battuto le attese nel 2023, superando il miliardo di euro di ebitda per la prima volta nella sua storia, il gruppo alberghiero francese Accor racconta i suoi progetti per il Belpaese in occasione del secondo Pambianco Hotellerie Summit. Il mercato italiano per Accor, lo scorso anno, “ha performato molto bene, registrando un incremento del 27% sul 2022 con ottimi risultati sia in termini di arrivi che di RevPar, che ha segnato oltre +25%”, ha dichiarato Andrea Kellner Ongaro, VP commercial strategy Europe & North Africa Accor Premium, Midscale & Economy.
In Italia oggi Accor conta 68 strutture di tipo premium, midscale ed economy e dieci nel segmento luxury e lifestyle. “Dai tre ai cinque anni prevediamo di arrivare a 100 strutture premium, midscale ed economy”. Inoltre, dei 40 marchi che possiede il gruppo francese, solo 12 sono in Italia. “C’è sicuramente potenziale per portarne altri”.
Tra le nuove aperture “dopo il Tribe di Malpensa, appena inaugurato, sta per debuttare il Mercure a Roma e altre due strutture a fine anno, una di nuovo a Roma e l’altra a Pré Saint Didier, oltre all’Handwritten Grand Hotel Della Posta di Sondrio, che si unisce al nostro gruppo”.
In generale, sul mercato domestico oggi “la domanda è molto forte, ma ci sono difficoltà legate ai costi per la costruzione di nuove strutture”, aggiunge Ongaro. “C’è un boom vero e proprio invece sulla conversione di strutture già esistenti, che operiamo anche noi intervenendo in gestione o in franchising. Hotel famigliari indipendenti si appoggiano al nostro modello di business per rilanciarsi sul mercato a livello competitivo e noi cerchiamo di adattare l’offerta alla strategia e al Dna del proprietario, utilizzando diversi marchi”.
Per l’Italia nel 2024 le opportunità sono ancora “molto ampie”, conclude Ongaro. “Dopo la pandemia non sono tornati tutti i turisti che ci aspettavamo, forse solo gli Stati Uniti. Ma se consideriamo anche Paesi come Giappone, Corea, Cina, Brasile e Australia c’è molta attesa. Inoltre, l’Italia è nella top 3 delle destinazioni più desiderate per viaggiare, grazie ai fattori di sicurezza, qualità, quantità di monumenti e destinazioni da visitare, costi e clima. Abbiamo moltissimi vantaggi competitivi, ora dobbiamo lavorare ancora di più sulla coerenza dell’offerta che diamo ai turisti internazionali”.
L’anno corrente, secondo le previsioni, “non sarà a doppia cifra come il 2023, ma sarà caratterizzato da un mix tra prezzo medio e occupazione”. Lo scorso anno il prezzo medio “ha fatto da acceleratore per far fronte a problemi come inflazione e costi di energia, credo che quest’anno sarà più moderato”.