Già l’anno scorso il sindaco di Milano Giuseppe Sala aveva chiesto un incremento della tassa di soggiorno, che per gli hotel 4 e 5 stelle della città è pari a 5 euro. Del resto, questo è l’importo massimo consentito dalla norma nazionale: secondo la legge 197 del 2022, un eventuale incremento è possibile solo nei Comuni che ospitano ogni anno un numero di turisti 20 volte superiore a quello degli abitanti. Oggi in Italia sono cinque le città coinvolte in questa scelta: Venezia, Firenze, Rimini, Verbania e Pisa.
In realtà, il Comune di Roma, anche in vista del Giubileo, ha già ‘sgarrato’ alla norma nazionale, portando la tassa di soggiorno a 10 euro a notte per i soli turisti dei 5 stelle.
Così, nella sua diretta social di mercoledì 12 settembre, Sala ha proposto (al Governo, ndr) un aumento selettivo della tassa di soggiorno, cioè solo per i 4 e 5 stelle, per non penalizzare il turismo più debole. E ha domandato provocatoriamente: “Se qualcuno può permettersi di pagare 600 euro per una camera, la tassa di soggiorno deve essere di 5 euro o di 10 euro? Ricordo che in città ci sono 15 cinque stelle lusso con 1.704 camere e 16 cinque stelle con 1.701 camere”. I dati presentati dal sindaco dicono che l’80% del turismo a Milano è composto da stranieri con alta capacità di spesa. “Ci sono circa 750mila turisti al mese – ha continuato – e nei primi sei mesi del 2024 abbiamo avuto 5,2 milioni di arrivi. In tutto il 2023 sono stati 8,5 milioni, superando l’anno record del 2019 quando avevamo avuto 7,5 milioni di turisti”.
Il sindaco ha sottolineato che la proposta richiederebbe l’approvazione del Governo e ha aggiunto che i fondi sarebbero destinati a usi specifici per il Comune.
Quest’ultimo passaggio è lo snodo cruciale su cui battono il chiodo molti operatori della ricettività e anche Federalberghi, chiedendo che la tassa di soggiorno diventi un’imposta di scopo finalizzata al turismo: ” “Non deve essere una tassa che compensi il mancato equilibrio della finanza locale, né sostenere i costi relativi al servizio di raccolta e smaltimento rifiuti. Sarebbe più corretto – aveva sentenziato il presidente Bernabò Bocca – finanziare le funzioni svolte dagli enti locali in campo turistico con modalità diverse dall’imposta di soggiorno, ad esempio mediante la compartecipazione degli stessi enti locali al gettito Iva di tutte le attività produttive che traggono beneficio dall’economia turistica o, come già detto, attraverso l’istituzione di una city tax”.
Nel 2023, si legge su Wired, l’imposta di soggiorno in Italia ha generato entrate per 702 milioni di euro.