Tuto esaurito per Pasqua a Villa Agrippina Gran Meliá a Roma. Il 5 stelle, che sorge su una dimora romana di età imperiale e che fa parte di Meliá Hotels International, avrà un’occupazione tra l’80% e il 90% in questo periodo di festività. Il dato è simile a quello degli anni pre-pandemia in cui la Pasqua cadeva, come adesso, ad aprile avanzato.
La tendenza rilevante è il ritorno degli americani, che hanno già confermato in diversi periodi dell’anno, come spiega a Pambianco Hotellerie Andrea Fiorentini, general manager dell’hotel di lusso romano: “Gli americani sono importanti perché sono turisti altospendenti e hanno sempre rappresentato la clientela ‘numero uno’ per l’hotellerie di lusso”. Secondo Fiorentini, “nel 2019 gli statunitensi rappresentavano tra il 40% e il 50% del totale prenotazioni, mentre al momento attuale il booking confermato per il 2022 vede un 30% di clientela a stelle e strisce. Si tratta comunque del primo mercato, anche se con percentuali leggermente inferiori al pre-pandemia. In ogni caso, considerata la riduzione dell’intervallo di prenotazione e la frequenza delle richieste sempre più last minute, potremmo avvicinarci nel corso dell’anno ai numeri del 2019”.
Il ritorno degli americani, anche se con numeri ancora non in linea con qualche anno fa, è comunque un segnale di ripresa per il mercato, dato che gran parte dell’hotellerie ha subito, poco dopo l’attacco della Russia all’Ucraina, un ‘fermo’ del pick-up, cioè non sono entrate nuove prenotazioni da clienti internazionali e in particolare dagli americani. Fatto che ha portato il ministro italiano del Turismo Massimo Garavaglia ad avanzare la necessità di utilizzare fondi europei per comunicare ai viaggiatori Usa che “l’Europa è sicura”.
Tornando alle prenotazioni per il 2022 di Villa Agrippina Gran Meliá, oltre agli americani, un’altra sorpresa è rappresentata dagli inglesi, che l’anno scorso erano assenti perché non potevano viaggiare per la chiusura della frontiera. Non mancano spagnoli, tedeschi, francesi, e infine italiani. Grandi assenti rimangono ancora i viaggiatori dei Paesi Apec (Asia Pacifico).
A livello di fatturato, il forecast è decisamente positivo per l’hotel romano, anche se ancora non si è arrivati ai livelli pre-pandemia. “Prevediamo di chiudere l’anno – commenta Fiorentini – con ricavi a +45% rispetto al 2021. Rapportandoci al 2019, invece, siamo ancora in flessione tra -17% e -20 per cento. Penso che il pieno recupero dei numeri precedenti potrà avvenire tra fine 2023 e metà 2024”.
Sul totale fatturato del 5 stelle pesa sempre di più la parte food&beverage, che comprende due ristoranti e due bar: “Attualmente copre tra il 20% e il 22% del business – sottolinea il general manager – ma già dall’anno prossimo contiamo di portarla al 25 per cento. Un grande successo è stato, ad esempio, il nuovo concept del bar Amaro, che abbiamo appena realizzato: un modello di mixology e tapas internazionali con dj set e musica lounge, che da febbraio a marzo 2022 ci ha portato il +100% di clientela rispetto agli stessi mesi del 2019. L’idea vincente è stata anche quella di aprirlo alla città”.
Altro fattore che ha portato all’incremento dei ricavi per l’hotel è l’aumento delle tariffe: “Abbiamo iniziato il rialzo dei prezzi già l’anno scorso”, osserva Fiorentini. “Il motivo – aggiunge – è che abbiamo ridotto l’inventario, passando da 116 camere a 110, accorpando alcune stanze per fare nuove suite. Adesso abbiamo 32 suite, quindi quasi il 30% sul totale offerta”. Il manager spiega che la clientela lusso sceglie metrature sempre più ampie, con servizi e spazi all’aria aperta, ampi giardini con piscina e spa. I prezzi in alta stagione per una camera entry level partono da 600 euro, mentre per una suite si va da 3.000 euro a 6.500 euro.
Riguardo all’evoluzione dello scenario romano, che assisterà nei prossimi anni alla nascita di molti hotel di lusso di catene internazionali, Fiorentini commenta: “Sono convinto che una sana competizione farà bene a Roma e probabilmente succederà quello che è avvenuto anche a Milano, che ha saputo attrarre molti clienti internazionali, ad esempio dal Middle East e dal Far East. Roma è una bellissima città, ma non ha proposte di shopping e divertimento ai livelli di Londra, Parigi e Milano, e non è un polo fieristico come il capoluogo lombardo. Ma sono convinto che tante cose cambieranno, il convention bureau sta lavorando molto su questo, e nei prossimi anni avremo grandi eventi come la Ryder Cup nel 2023, il Giubileo nel 2025 e l’Expo 2030. Roma si prepara a un grande cambiamento, con l’arrivo di hotel di lusso e un mercato sempre più ampio e selettivo”.