Parla in modo appassionato Claudio Ceccherelli, CEO di Shedir Collection, che anticipa a Pambianco Hotellerie un 2022 oltre le aspettative: “La stima è di archiviare l’anno con un fatturato di 28 milioni di euro, spinto soprattutto dalla forte crescita di due hotel del gruppo: Capri Tiberio Palace, a Capri, avrà un ricavo medio superiore del 50% rispetto al 2019 e l’Hotel Vilòn a Roma chiuderà con un Adr a +40 per cento.”
Il manager, che festeggia quest’anno 50 anni di carriera professionale ai vertici di ‘icone’ dell’ospitalità come Villa d’Este a Cernobbio, Park Hyatt Milano, Danieli a Venezia, Excelsior a Roma, per citarne solo alcuni, è da un anno a capo del gruppo di cui è titolare Eduardo Safdie, socio anche del gruppo J.K. Place con hotel a Capri, Roma, Parigi e nel 2023 anche a Milano.
L’obiettivo di Ceccherelli è di portare Shedir Collection a uno sviluppo articolato in tutte le principali destinazioni in Italia, tra cui Venezia sarà probabilmente una prossima tappa. Intanto, la road map ha già un nome certo: ad aprile del prossimo anno, nella Capitale, verrà inaugurato Palazzo Roma in via del Corso, in uno storico palazzo del ‘700, di fronte alla Galleria Alberto Sordi.
Il gruppo ha un business model ‘misto’ che comprende alberghi di proprietà e gestione, come l’Hotel Maalot a Roma e il Capri Tiberio Palace, e altri di sola gestione con contratto di affitto. Il Vilòn infatti fa capo a Massimo Caputi, che controlla anche Terme di Saturnia e Terme di Chianciano, l’hotel di prossima apertura Palazzo Roma è proprietà di Coima, mentre l’ultima new entry sempre a Roma, Umiltà 36, è in mano al fondo Colliers, che ha acquisito la maggioranza di Antirion Sgr.
Per quanto riguarda quest’ultimo hotel, Umiltà 36, che ha aperto lo scorso luglio con uno stile tra gli anni ’50 e ’60 elaborato dallo studio di architettura CaberlonCaroppi, è stata portata avanti un’altra idea di business, legata alla ristorazione. Il proprietario di Shedir Collection infatti è anche socio al 50% del nuovo ristorante adiacente all’hotel, l’argentino El Porteño. “Sicuramente un business molto profittevole – commenta Ceccherelli – che valorizza sempre di più il legame tra ospitalità, ristorazione e apertura al territorio”.